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Stress … e dintorni

Lo stress

Oggi potremmo definire lo stress come “una delle malattie tipiche del nostro tempo”, per dirla con Rispoli, autore di numerosi lavori scientifici dedicati a questo tema (dai un’occhiata in bibliografia). Lo stress è, infatti, uno dei numerosi fattori in grado di promuovere o, al contrario, di compromettere la nostra salute.

La parola “stress” nasce negli anni Trenta e si diffonde anche in ambito clinico grazie ad un medico austriaco, Hans Selye.

La prima definizione che dà Selye a questo fenomeno è la seguente: “uno stato di tensione aspecifica della materia vivente che si manifesta mediante modificazioni morfologiche tangibili in vari organi e particolarmente nelle ghiandole endocrine”.

In un secondo momento, egli definì lo stress “risposta aspecifica dell’organismo per ogni richiesta effettuata su di esso dall’ambiente esterno”.

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Cosa succede quando siamo sottoposti ad un evento stressogeno?

Uno stress è una condizione nella quale l’ambiente pone ad un individuo richieste che vanno oltre le sue capacità di farvi fronte.

Gli animali (tra cui quelli umani!), per fronteggiare situazioni che causano stress, mettono in campo dei meccanismi difensivi per scongiurare il rischio di soccombere e per adattarsi all’ambiente.

Fermo restando che ogni individuo è unico e che reagisce in modo peculiare ad una situazione stressogena – e che per “stress” ognuno può intendere una vasta gamma di condizioni – in fase di stress possiamo individuare un processo che avviene, solitamente, in tre fasi: allarme, resistenza ed esaurimento.

foto di StockSnap

Prima fase: allarme

In fase di allarme, un organismo, colti alcuni segnali dall’ambiente (esterno o interno), si pone in condizione di allerta e si prepara all’eventualità di dover “combattere”: questo stato comporta già un certo impiego di energie psichiche e fisiche.

Risuona dentro di noi un metaforico segnale di pericolo, un po’ come accade quando qualcuno entra in un appartamento e fa scattare l’allarme. Le forze si concentrano per affrontare il momento critico, c’è tensione, il sangue viene irrorato con più energia nei vari distretti corporei.

Seconda fase: resistenza

Se lo stato di allarme prosegue, un organismo prova a resistere con le risorse che gli sono disponibili. A volte, però, queste energie, dopo un certo lasso di tempo, si esauriscono e si inizia a combattere faticosamente, utilizzando forze residuali, che a stento ci permettono di restare in campo.

Terza fase: esaurimento

Superato un certo periodo di tempo, se lo stress continua a infierire e la sua pressione si rivela eccessiva, un organismo non dispone più di risorse utili: le energie si esauriscono, l’individuo cede, molla, a volte si ripiega su di sé, abbandona il “campo di battaglia” per poter continuare a sopravvivere – pur in una condizione di disagio.

Ed è in questo momento che un individuo si scopre fragile, si percepisce privo di forze, si sente in balìa dell’altro e degli eventi che gli accadono. In questa fase subentra lo stato di stress, che “ci raschia dentro”, aumentando il senso di fragilità e di debolezza percepiti.

foto di congerdesign

Nelle situazioni di stress un organismo reagisce a vari livelli: c’è quello neurotrasmettitoriale, quello neuroendocrino, il livello cognitivo e quello comportamentale (Biondi M., Pancheri P., 1999).

Lo stress, però, non costituisce sempre e solo un momento critico da evitare o da sradicare: esistono lo stress “buono” e quello “cattivo”.

Nel prossimo articolo, tratterò questa distinzione.

Buona vita.

Bibliografia consigliata

Biondi M., Pancheri P. (1984) “Psicoimmunologia”. In Pancheri P. (a cura di) Trattato di medicina psicosomatica, USES, Firenze

De Falco G., Messineo A., Vescuso S. (2008) Stress da lavoro e mobbing. Valutazione del rischio, diagnosi, prevenzione e tutela legale, EPC, Roma

De Risio S. (a cura di), Psichiatria della salute aziendale e mobbing. Studi sui disturbi mentali in ambito lavorativo, Franco Angeli, Milano, 2002

Di Nuovo S., Rispoli L., Genta E. (2011) Misurare lo stress. Il test MSP e altri strumenti per una valutazione integrata, Franco Angeli

Selye, H. (1955) La sindrome di adattamento, Istituto sieroterapico milanese S. Belfanti, Milano

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
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