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In equilibrio con il cibo: l’ortoressia

Negli ultimi anni siamo sempre più attenti a come/cosa mangiamo: questo, naturalmente, rappresenta un fattore positivo nel combattere la tendenza al cosiddetto “junk food” cioè al “cibo-spazzatura”.

Mangiar sano ci permette di diminuire la probabilità di incappare in patologie croniche invalidanti (diabete, iperlipidemia, …), che peggiorano la qualità della vita e spesso la accorciano notevolmente.

Foto di julief514

Ricordiamo però che in medio stat virtus: la virtù è nel mezzo. Attenzione sì, ma senza eccessi!

Tra i problemi legati al sovrappeso, alle intolleranze, a patologie come la celiachia, assistiamo purtroppo da diversi anni al sorgere di nuove modalità estremamente problematiche di vivere il rapporto con il cibo, al limite del patologico: è questo il caso dell’ortoressia.

In Italia, circa 300.000 persone (in prevalenza uomini) sembrano soffrire di questa condizione (fonte: buonenotizie.it).

Ortoressia: definizioni

Il termine “ortoressia” deve la propria etimologia alla lingua greca: orthos significa corretto, orexis vuol dire appetito. La condizione dell’ortoressia è tipica di quelle persone che dedicano eccessiva attenzione e preoccupazione nei confronti di un’alimentazione “sana” (o ritenuta tale).

In poche parole è l’ossessione per il “mangiare sano”.

Spesso, però, questi individui sono portati ad escludere molti tipi di alimenti, arrivando a prediligere una dieta sostanzialmente povera di nutrienti, e quindi non corretta.

Il paradosso è proprio qui: per raggiungere un regime dietetico “ideale” si sconfina in una scelta scorretta, che depaupera corpo e mente.

foto da archivio personale
L’ortoressia è una patologia?

Finora l’ortoressia non è stata inserita all’interno di un quadro diagnostico definito.

La condizione ortoressica manca di un riconoscimento formale, non possiamo quindi definirla un disturbo del comportamento alimentare, al pari dell’anoressia nervosa o della bulimia nervosa.

Tuttavia, l’ortoressia sembra avere alcuni tratti in comune con il disturbo ossessivo – compulsivo.

Somiglianze: ortoressia e ossessività

Pensieri e comportamenti persistenti e ripetitivi

Nella mente degli individui ortoressici così come negli ossessivi ( i cosiddetti “doc”), infatti, vigono pensieri persistenti e comportamenti ripetitivi che generano numerosi ostacoli a chi ne soffre e alle persone che si trovano intorno a loro.

Pensieri e comportamenti connessi al cibo occupano gran parte del tempo di queste persone e condizionano pesantemente il loro modo di vivere.

Gli ortoressici impiegano la maggior parte delle loro giornate a pensare, verificare, considerare il tipo di cibo da acquistare, pianificano meticolosamente cosa cucinare e mangiare, selezionando i tipi di cibi da assumere, i luoghi nei quali acquistarli.

Funzionamento sociale compromesso
foto da archivio personale

Mangiare fuori casa, perdendo così l’illusorio controllo sul cibo, sembra per questi individui quasi impraticabile o, se è possibile, risulta fortemente condizionante (si concedono di recarsi solo presso alcuni ristoranti, escludendone molti altri se non tutti gli altri e questo, inevitabilmente, impatta anche su coloro che decidono di consumare i pasti con loro).

Ecco che emerge un altro punto di contatto con il disturbo ossessivo – compulsivo: la compromissione della vita sociale.

Scarsa flessibilità cognitiva e perfezionismo

I soggetti ortoressici mostrano grande rigidità mentale, non riescono cioè a cambiare idea, a modificare le proprie opinioni e tendono a raggiungere obiettivi più ideali che reali (perfezionismo).

Ad esempio, immaginano di poter trovare l’alimento “perfetto”, che potrà dare loro il “giusto” apporto all’organismo, o il negozio “perfetto” capace di proporre alla sua clientela prodotti “ottimi”, senza difetti. La delusione, per queste persone, è ovviamente dietro l’angolo.

Note depressive, ansiose e sensi di colpa

Come accade per i soggetti con disturbo ossessivo – compulsivo, anche gli ortoressici sono soggetti a forti oscillazioni del tono dell’umore, soprattutto in senso depressivo: ciò non significa che sviluppino una sindrome depressiva conclamata, piuttosto si tratta di mantenere (involontariamente!) un umore orientato in senso pessimistico.

Inoltre, queste due popolazioni condividono un’ansia più o meno evidente e tendono a sentirsi in colpa qualora non riescano a realizzare sempre pasti all’altezza dei loro desideri e delle aspettative.

Somiglianze: ortoressia e disturbi alimentari

Con anoressia e bulimia nervose l’ortoressia ha in comune il pensiero ossessionante del cibo e dell’alimentazione, che costituiscono il focus principale delle giornate. Tutte queste condizioni influenzano pesantemente il comportamento e, più in generale, l’esistenza delle persone, come abbiamo potuto notare poco sopra.

Tra le conseguenze più deleterie, in tutti i casi, abbiamo la malnutrizione: ricadute sul corpo e, inevitabilmente anche sulla psiche di queste persone.

Anche qui, è molto frequente incappare in soggetti socialmente isolati: stesso discorso vale anche per la rigidità e il perfezionismo, tratti comuni anche a chi soffre di disturbi della condotta alimentare.

foto da archivio personale

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).

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