Citazioni
– Posso offrirle almeno dei liquori?
– Non bevo quasi mai
– Teme forse di ubriacarsi?
– Oh, no, al contrario! Considero la sobrietà un’ebbrezza molto maggiore, perché in essa mantengo la lucidità
– Però offre da bere agli altri
– Non posso pretendere che tutti abbiano le mie stesse virtù
– Fumerà, almeno
– Nemmeno. E’ un’ebbrezza impersonale, negativa e troppo facile da avere; cerco nell’ebbrezza un’esaltazione, non un’attenuazione della vita
André Gide, L’immoralista
Premio Nobel per la Letteratura, 1947
[…] e mi sembrò che la vera malattia grave fosse proprio lo sforzo inutile,
ma che avevo compiuto per tutta la vita, di darmi un ordine.
Il male, ecco, veniva dalla pretesa di sbrogliare il garbuglio irredimibile
del vissuto e si era irradiato negli anni
logorandomi l’organismo, facendolo sanguinare.
Domenico Starnone, Spavento (2009)
Premio Strega 2001 con il romanzo “Via Gemito” (2001)
Al principio, pensavamo che in capo a dieci anni
saremmo riusciti a riprodurre il cervello umano.
Purtroppo, per ogni minimo problema risolto, ne spuntavano altri, a milioni.
Lei ha idea di che cosa ci vuole per afferrare una palla, portarsi una tazza alle labbra o attribuire un senso immediato a una parola, una frase, un’affermazione ambigua?
Noi non ce l’avevamo, almeno in principio. Risolvere problemi matematici è una frazione infinitesimale di quello che fa l’intelligenza umana.
Imparammo, partendo da una prospettiva nuova, quale prodigio assoluto sia il cervello. Un computer tridimensionale del volume di un litro, raffreddato a liquido.
Ian McEwan, Macchine come me, 2019
Per i malati mentali, le parole hanno una vita propria, come la gente o gli animali.
Possono palpitare, svanire o amplificarsi.
Passare attraverso le parole è come camminare in mezzo alla folla.
Marie Cardinal, Le parole per dirlo, 2001
Vado a trovare Mauricio. Per strada, mi guardo nello specchietto retrovisore.
Al diavolo le rughe, Mauricio detesta il lifting. ‘Non cancellarle mai’ mi diceva
‘sono le impronte del peccato, bisogna esibire le stigmate della lussuria’.
Marcela Serrano, Antigua vita mia, 1995
Loro non capiscono niente, sono all’esterno, nel rumore, non riescono a sentire quello che senti tu. E tu senti in modo splendido, sappilo, non ho incontrato molte persone che sanno sentire come te.
David Grossman, Col corpo capisco, 2004
Eppure siamo ancora giovani.
E un altro dittatore è caduto, e la mafia ha ucciso di nuovo qualcuno, e un terrorista sta morendo in Italia.
Contro la tua paura, ragazza, non puoi bere. Sorseggi questo bicchiere come tutte le donne che non hanno una vita, che non hanno un posto in questa roba, in questa società e in nessun’altra roba. Nemmeno nella propria.
E se la gente non ti difende, cos’altro può succedere?
È vuoto nei tuoi occhi. È vuoto e stantio, il tuo sentimento. È un peccato per te, ragazza, è un peccato.
Herta Müller, Bassure, 1987
Premio Nobel per la Letteratura 2009
Le anime hanno un loro particolare modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali.
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, 1904
Premio Nobel per la Letteratura, 1934
Non mi ascolti. Stai componendo frasi su Byron. E mentre gesticoli, con il mantello e il bastone, io cerco di svelarti un segreto finora nascosto a tutti: ti chiedo (mentre ti volgo le spalle) di prendere la mia vita nelle tue mani e dirmi se sono condannato per sempre a provocare il rifiuto di chi amo.
Virginia Woolf, Le onde, 1931
Io non sono in grado di vivere secondo modelli, né potrò mai essere di modello a chicchessia, mentre invece sono sicura che plasmerò la mia vita a modo mio, quali che possano esserne le conseguenze.
Lou Andreas Salomé, Eros e Conoscenza, 1912 – 1936
L’intelligenza non si possiede una volta per sempre. E’ un processo in formazione costante e, per conservarla, occorre stare sempre all’erta, osservare le conseguenze, avere la volontà spregiudicata di imparare e il coraggio di correggere
John Dewey, Rifare la filosofia, 1920
Non è che i soldi ti risolvano niente, essendo tu sola, sbandata, vagabonda e balorda. Ma ognuno di noi è sbandato e balordo in una zona di sé
Natalia Ginzburg, Caro Michele, 1973
Il mio rispetto per coloro che hanno confidenza con l’inferno, per i grandi santi e malati è in sostanza ben piú profondo – e solo perciò piú silenzioso – di quello
per i figli della luce.
Thomas Mann, Dostoevskij – con misura, 1945
La psicoterapia si svolge nella sovrapposizione di due aree di gioco,
quella del paziente e quella del terapeuta.
Donald W. Winnicott, Gioco e realtà, 1974
Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono sempre tutto così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l’inizio e là è la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
che sappian tutto ciò che fu e sarà.
Non c’è montagna che li meravigli
le loro terre e giardini confinano con Dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose.
Rainer Maria Rilke (1875 – 1926)
La paura dei barbari è ciò che rischia di renderci barbari.
Tzvetan Todorov, La paura dei barbari, 2009
Mio dio
fa’ che non si accorga di me.
Lascia che io resti
il fiore ignoto.
Rendigli lieve il cammino
che non debba arrestarsi
alla mia casa per sete.
Abbia affetti e sorrisi
caldi letti, desideri di gloria
amore tormentoso
chiari occhi di donna.
Non lasciarlo mai solo.
Andrei da lui
e finirebbe la mia vita.
Bianca Garufi, poesia tratta dalla raccolta Se non la vita, 1992
Le domande veramente serie sono solo quelle che
possono essere formulate da un bambino.
Solo le domande più ingenue sono veramente serie.
Sono domande per le quali non esiste risposta.
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, 1982
Le scienze che si occupano degli esseri viventi debbono necessariamente essere inesatte per restare rigorose.
Martin Heidegger (1889-1976)
Solo quando non bisogna rendere conto delle nostre attività a nessuno si puo’ provare vero piacere e soddisfazione nella ricerca scientifica.
Albert Einstein, Il lato umano, 1980
‘Perché non ho fatto il pellegrino?’, pensò Ulrich improvvisamente. Vedeva davanti a sé una vita pura, senza compromessi, fresca e pungente come aria limpida; chi non vuol dire di sì alla vita, dovrebbe almeno pronunziare il no dei santi; e tuttavia era impossibile pensarci sul serio. E neanche poteva fare l’avventuriero. [ … ] Non avrebbe potuto fare il poeta, né uno dei delusi che credono soltanto al potere e al denaro, sebbene avesse disposizione a tutte queste cose.
[ … ] Tuttavia era già intimamente deciso che non avrebbe preso nessuna di quelle strade: tutte avevano qualcosa che lo attirava, ma c’era una forza che lo tratteneva. Perché viveva così, nell’oscurità e nell’irresolutezza? ‘Semplicemente, io non amo me stesso’.
Robert Musil, L’uomo senza qualità, 1940
«Per settimane continuai ad alzarmi, vestirmi, prendere l’auto, andare al lavoro, visitare i pazienti, cercare di avere un aspetto normale.
Ma dentro ero morto, senza vita come uno zombie. Poi, un giorno, mentre stavo percorrendo a piedi la Bronx Park East, mi sentii all’improvviso più leggero, rianimato nell’umore, percepii un improvviso sussurro – o un segno – di vita, di gioia. Solo allora mi accorsi che stavo ascoltando della musica, sebbene così tenue che avrebbe anche potuto esser solo una mia costruzione,
o un mio ricordo.
Mentre procedevo, la musica divenne più forte, finché arrivai alla sua fonte, una radio che riversava Schubert dalla finestra di un seminterrato. La musica mi penetrò, liberando una cascata di immagini e sentimenti – ricordi d’infanzia, ricordi di vacanze estive passate tutti insieme e dell’entusiasmo di mia madre per Schubert (spesso cantava, un po’ stonata, il suo Nachtgesang). Mi ritrovai non solo a sorridere per la prima volta dopo settimane, ma a ridere forte – e a sentirmi nuovamente vivo.
Volevo fermarmi un po’ accanto alla finestra di quel seminterrato: Schubert e solo Schubert, pensavo, era la vita. Solo la sua musica conteneva il segreto necessario a tenermi vivo»
Oliver Sacks, Musicofilia, 2007
Sensazione
Nelle azzurre sere d’estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l’erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.
Arthur Rimbaud (1854 – 1891)
L’abitudine di rientrare in me mi fece perdere infine il sentimento e quasi il ricordo dei mali; imparai, così per esperienza, che la fonte della vera felicità è in noi e che non dipende dagli uomini rendere realmente sventurato colui che sa voler essere felice.
Jean-Jacques Rousseau,
Le fantasticherie del passeggiatore solitario (seconda passeggiata), 1782
Le condizioni di vita e di lavoro dell’etnologo l’hanno innanzitutto tagliato fuori dal suo gruppo per lunghi periodi; a causa della brutalità dei cambiamenti ai quali è sottoposto, egli diviene vittima di una specie di spaesamento cronico, non sentirà mai più come casa propria nessuna parte del mondo, resterà psicologicamente mutilato.
Tratto da Diogene coricato. Una polemica su civiltà e barbarie,
di Claude Lévi-Strauss e Roger Caillois
Pensando a lei e a quello che potro’ dirle la prossima volta perche’ non mi creda guarita e mi mandi via, sento che ho conquistato qualcosa che non puo’ togliermi: da quando sono venuta qui mi sento dentro un senso di calore, dolcezza, vitalita’; so che me l’ha dato lei, ma appartiene a me ormai, e non me lo puo’ togliere.
Anaïs Nin, tratto da La voce (1914)
Caro mio, devi imparare a vivere con l’oscurità di fuori
come hai imparato a vivere con l’oscurità di dentro.
José Saramago, Tutti i nomi, 1977
La cella è un luogo perfetto per imparare a conoscersi e per studiare continuamente e in dettaglio il funzionamento del proprio animo e delle proprie emozioni.
Nelson Mandela, lettera privata
Premio Nobel per la pace, 1993
E so come sia difficile definire persone che quanto più s’esprimono, quanto più si manifestano, più lasciano trasparire, di se stesse, non la loro evidenza, ma il loro mistero.
Elsa Morante, tratto da L’isola di Arturo (1957)