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Misure anti-stalking: il braccialetto elettronico

Non tutti sanno che dal 2019 il braccialetto elettronico è utilizzato anche per monitorare gli spostamenti dei soggetti denunciati per stalking e violenza domestica. Ecco come funziona!

Misura realizzata seguendo le linee direttrici del “decreto svuota – carceri” del 2000, che mira a combattere il sovraffollamento imperante negli istituti penitenziari italiani, il braccialetto elettronico è un dispositivo utilizzato per controllare i movimenti di un individuo che ha subito una condanna penale ed evitare che atti violenti possano ripetersi.

Le misure alternative al carcere

Si tratta di una “misura alternativa al carcere”. Altri esempi di “misure alternative” alla carcerazione sono l’istituto della “messa alla prova”, la semilibertà, gli arresti domiciliari.

Nel sistema penale italiano, quando la pena detentiva è “breve” (non supera, cioè, i tre anni), è possibile scontarla in modalità extra muraria, cioè fuori dalle mura del carcere, nella comunità delle persone libere.

Oltre all’obiettivo di sfollare le carceri e snellire il sistema giudiziario, c’è un altro motivo che spinge alle misure alternative al carcere.

Si ritiene, infatti, che nei casi di condannati che devono scontare una pena di non lunga durata, il fine rieducativo – insito nella concezione italiana relativa alla detenzione – sia compromesso, in quanto implicherebbe maggiori costi sociali e individuali, rispetto ai benefici per il condannato e per la società.

foto di Desertrose7
Il braccialetto elettronico in Italia

Il braccialetto elettronico è stato introdotto in Italia nel 1998 (Legge 230). Con questo strumento, il condannato, che sconta la pena al di fuori del carcere e che ha delle restrizioni alla libertà, viene regolarmente monitorato dalle autorità tramite un sistema di GPS.

Le violazioni delle restrizioni vengono regolarmente punite dalle autorità: se, per esempio, un detenuto che ha ottenuto la detenzione domiciliare, esce di casa, questo atto equivale ad una evasione e viene “trattata” giuridicamente come tale.

Il braccialetto elettronico contro la violenza domestica e lo stalking

Dopo la ratifica italiana della Convenzione di Istanbul (2011) e l’introduzione del cosiddetto “Codice Rosso” (Legge 69 del 2019, che apporta alcune modifiche ai codici penale e di procedura penale in materia di violenza domestica e di genere), si è iniziato ad applicare questa misura anche ai casi di violenza domestica e di stalking.

La misura viene disposta dal giudice, a seguito di denuncia e indagine, come forma di protezione nei confronti della vittima.

Il braccialetto anti – stalker è costituito da due dispositivi, uno al braccio o alla caviglia dello stalker, l’altro in possesso della vittima che, in questo modo, ha la possibilità di essere avvertita dal device, qualora il molestatore superi alcuni limiti spaziali decisi dal giudice.

Il braccialetto elettronico, come spiegato poco sopra, viene monitorato anche dalle Forze dell’Ordine che, una volta ricevuta la notifica, hanno modo di intervenire in caso di violazioni.

Lo stalker, per rispettare quanto deciso dal giudice, ha il divieto di avvicinarsi sia alla persona che ha stalkerato sia ai luoghi frequentati da quest’ultima.

In alcuni casi il divieto si estende anche ai congiunti della vittima e a persone legate a lei/lui da legame affettivo.

foto di Engin_Akyurt
Proposte di miglioramento

Secondo alcuni, di fronte a reati di questo tipo, il braccialetto elettronico anti – stalking dovrebbe essere obbligatorio e, se il molestatore rifiutasse di indossarlo, si dovrebbe valutare il carcere. Secondo alcuni ministri, infatti, andrebbe eliminata la possibilità di “dare il consenso”.

Anche la questione “distanza di sicurezza” dovrebbe essere ben vagliata: alcune volte lo spazio vietato è così ridotto che le pattuglie non hanno il tempo di sopraggiungere.

Altre proposte riguardano la questione della denuncia/querela: potrebbe rappresentare un utile strumento quello di procedere d’ufficio.

In numerosi casi, la presenza di un rilevatore di vicinanza come questo tipo di dispositivo, potrebbe evitare situazioni spiacevoli: addirittura, talvolta, se ci fosse stata questa misura, si sarebbe potuto evitare l’irreparabile (salvare vite umane!).

L’utilizzo del braccialetto elettronico risulta connesso con una drastica riduzione dei comportamenti molesti, ed è per questo che in alcune città (tra le quali la vicina Tivoli) questi device vengono utilizzati come “deterrenti” anche dopo la fine della condanna, per scoraggiare il ripetersi degli atti violenti.

foto di StockSnap

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).

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