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Non si scherza col gioco! Quarto appuntamento con il gioco d’azzardo

I precedenti appuntamenti con il gioco patologico li trovate qui: primo, secondo e terzo articolo! Continuiamo a trattare il tema del gioco d’azzardo prendendo in considerazione il modello patogenetico di Blaszczynski e Nower.

foto di Olichel

Il modello tripartito

Come già accennato in un articolo precedente, non è possibile delineare una sola tipologia di giocatore d’azzardo patologico: secondo alcuni studiosi esperti di questo ambito è possibile distinguere almeno tre tipi di giocatori compulsivi.

Blaszczynski e Nower hanno ideato un modello patogenetico tripartito: secondo questi ricercatori esistono, quindi, tre percorsi attraverso i quali le persone possono arrivare a sviluppare e, quindi, manifestare questo tipo di disagio.

I giocatori condizionati dal comportamento

In questa categoria rientrano persone che giocano molto frequentemente d’azzardo, in maniera abituale. Questi soggetti si trovano a metà strada tra i giocatori ‘sani’ e quelli francamente ‘patologici’: potrebbero rimanere in uno stato di equilibrio ma potrebbero anche diventare “malati di gioco”.

foto di Greg Montani

Il gioco può nascere come passatempo, come momento da dedicare a sé, per “staccare la spina” e non pensare ai doveri, ma, con il trascorrere del tempo, giocare diventa sempre più un bisogno impellente e questa urgenza preoccupa e rende ansiosi o depressi questi soggetti.

È fondamentale sottolineare che in questo gruppo di persone i disagi psicologico-psichiatrici (ansia, depressione) non sono antecedenti allo scatenarsi del problema ludico: i sintomi ansiosi o depressivi sono una conseguenza, una reazione alle condotte di gambling, condotte che affliggono (giustamente!) i giocatori.

Questi sintomi di disagio potrebbero aprire un varco nella richiesta di aiuto e rappresentano preziosi segnali per poter affrontare e trattare le patologie in questione.

I giocatori emotivamente vulnerabili

In questa seconda categoria rientrano soggetti emotivamente fragili: cosa intendiamo con questa espressione?

Si tratta di persone che hanno già una situazione compromessa a livello psichiatrico-psicologico (disturbo di personalità, disturbo dell’umore, disturbo ansioso). Oltre a questo gruppo di pazienti, in questa categoria di giocatori possono anche rientrare persone che non hanno sviluppato un franco disagio psichico che però presentano alcune difficoltà affettivo-emotive.

Persone emotivamente vulnerabili possono essere quegli individui che hanno subito abusi o molestie in età infantile, che sperimentano difficoltà di adattamento e nel reagire alle avversità della vita, che manifestano criticità nei processi di socializzazione, con tratti di personalità quanto meno problematici, disadattativi.

Questa seconda tipologia di soggetti, già in condizioni di fragilità prima ancora di incontrare il gioco d’azzardo, può arrivare a scivolare nel gioco patologico nel tentativo (e nella speranza) di riuscire a “modulare” certi stati interni sgradevoli.

Il gioco d’azzardo, specie quello ripetitivo che si realizza con l’utilizzo delle slot machine, sembra ai loro occhi poter alleviare quel disagio psicologico al quale non riescono ad attribuire un nome e al quale non sanno far fronte.

Tra di loro, spesso, si incontrano soggetti dipendenti da sostanze (frequentemente etilisti).

foto di Pexels
I giocatori impulsivi antisociali

La personalità di questa terza categoria di soggetti sembra incentrata sull’impulsività.

Il costrutto dell’impulsività è complesso ed è caratterizzato da alcuni tratti: gli impulsivi tendono ad essere instabili a livello attentivo, sono propensi a non soffermarsi a riflettere sulle scelte e ad agire sull’onda del momento, tendono a ricercare sempre sensazioni nuove, forti, per combattere la noia che spesso li attanaglia (rientrano nei cosiddetti “sensation seeker”, i cercatori di sensazioni).

L’impulsività caratterizza alcuni quadri clinici, come il disturbo antisociale di personalità, il deficit da attenzione e iperattività (il famoso ADHD), il disturbo della condotta (che viene diagnosticato prima della maggiore età e che, a volte, esita nel disturbo antisociale propriamente detto).

Anche in questi pazienti si possono riscontrare frequentemente problemi connessi ad altre dipendenze, come l’alcool, gli stupefacenti, lo shopping compulsivo.

A presto … con il prossimo appuntamento!

La foto in copertina è di ExplorerBob

Bibliografia consigliata

Corio S., Giampà A., Paciotti S. (2021) Il gioco d’azzardo patologico. Perdersi e perdere tutto, L’asino d’oro, Roma

Sitografia

Il Modello Patogenetico di Blaszczynski e Nower – I – Azzardoinfo.org

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).

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