Pillole di psicosessuologia: 1° appuntamento
Oggi il tema della sessualità, con i suoi “annessi e connessi”, costituisce elemento di grande interesse e attualità: da alcuni anni ormai questo argomento è affrontato con maggiore libertà e ciò avviene non solo nel mondo dei mass media e dei social network ma anche nelle scuole e nelle università (corsi di laurea, master, specializzazioni, dottorati di ricerca, corsi di alta formazione).
All’interno di questa macroarea, molti sono i temi che appassionano, tra i più “caldi”, ad esempio, possiamo elencare le battaglie che negli ultimi dieci/quindi anni sta portando avanti il movimento LGBTQI+, ma anche anche la cosiddetta “fluidità sessuale” che sembra essere molto più diffusa di quanto si possa immaginare.
Temi che alcuni decenni fa avrebbero letteralmente scandalizzato i più, oggi sembrano essere all’ordine del giorno. Dobbiamo però fare attenzione!
Sapere di non sapere
A volte crediamo di sapere più di quanto non sappiamo, solo perché leggiamo o vediamo “cose” che tempestano le nostre giornate e diamo per scontati molti significati. In realtà, se ci soffermiamo a riflettere e a dare senso alle tante parole che utilizziamo nel nostro linguaggio quotidiano, dobbiamo ammettere in tutta sincerità che non siamo poi così certi della nostra dimestichezza con questa terminologia e, più in generale, con questa sfera dell’essere e del sentire umano.
Con questi appuntamenti che ho deciso di dedicare al tema, cercherò di fare chiarezza in tal senso. Oggi inizio a trattare l’argomento dell’identità sessuale, uno tra i più dibattuti, negli ultimissimi anni.
Che cos’è l’identità sessuale?
L’identità sessuale: definizioni
L’identità sessuale è un costrutto non stabile, che si acquisisce nel corso dello sviluppo e che passa attraverso “tappe” successive.
Una volta stabilita, l’identità sessuale non è comunque da considerarsi definitiva perché nel tempo può subire nuove costruzioni e rielaborazioni.
L’identità, inoltre, è attualmente intesa come un costrutto multidimensionale costituito da quattro pilastri imprescindibili:
- il sesso biologico: in questo senso si definisce l’identità fisiologica e anatomica di un soggetto, i tratti fisici e biologici che caratterizzano un individuo come maschio o femmina, per intenderci. Se un soggetto, al momento della nascita, possiede genitali maschili, in Italia viene assegnato al genere maschile (AMAB, cioè assegnato maschio alla nascita), se invece dispone di genitali femminili, il neonato viene assegnato al genere femminile (AFAB, assegnazione al genere femminile alla nascita).
2. l’orientamento sessuale: con questa espressione intendiamo riferirci all’attrazione fisica e/o romantica nei confronti dell’altro. L’attrazione può includere il desiderio nei confronti di persone dello stesso genere sessuale (orientamento omosessuale), del genere opposto (orientamento eterosessuale), di entrambi i generi (orientamento bisessuale), oppure indipendentemente dal genere sessuale (orientamento “pansessuale”).
3. l’identità sessuale: cioè il profondo, intimo senso di sé come individuo maschile, femminile o appartenente ad un genere diverso, che può corrispondere al genere assegnato alla nascita ma può anche non corrispondervi (come negli individui non binari)
4. il ruolo di genere: ci riferiamo a tutti gli atteggiamenti e i comportamenti che vengono tipicamente attribuiti a persone di un determinato genere, cioè come una persona esprime pubblicamente il senso di appartenenza ad un genere (abbigliamento, gusti estetici, linguaggio del corpo, …).
Questi quattro elementi possono combinarsi in modalità molto varie.
Fuori dal binarismo maschio/femmina: il caso dell’intersessualità
Nella società occidentale siamo soliti distinguere individui maschili da soggetti femminili e diamo per scontato che questa distinzione sia naturalmente così “netta” e definita. Pensandola in questo modo, però, ignoriamo una certa fetta della popolazione mondiale che, invece, non si identifica precisamente con queste categorie: ciò avviene in diverse situazioni, come ad esempio nella condizione delle persone intersessuali.
Intersessuali: etichette diagnostiche
Dal 2006 la medicina identifica le persone intersessuali con il termine DSD, acronimo che viene dall’inglese: disorders of sex development: in italiano traduciamo questa diagnosi con “disordini della differenziazione sessuale” o anche con “disturbi dello sviluppo sessuale”.
Con questa definizione ci si riferisce a persone che si trovano in condizioni spesso molto diverse, le une dalle altre, accomunate da una problematica: anomalie relative allo sviluppo sessuale del corpo.
Si tratta di persone che, alla nascita o durante l’adolescenza, presentano genitali di dubbia attribuzione al genere sessuale, in quanto non mostrano genitali tipicamente maschili/femminili. In questa categoria possono anche rientrare soggetti con genitali esterni chiaramente riconoscibili che però, durante lo sviluppo, presentano gonadi dell’altro sesso, rispetto a quello fenotipico.
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Buona vita
Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
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foto in copertina: kaboompics