Maria Callas | Un mito senza tempo.

 

 

Semplicemente Maria

 

‘La congiunzione di stelle che si sono incontrate per creare un astro così completo e perfetto come Maria Callas non potrà ripetersi mai più’. Sono le parole di Franco Zeffirelli, grande amico ed estimatore della Callas.
‘La Bibbia dell’opera lirica’ la definì il grande Leonard Bernstein.
‘La donna che poteva cantare qualsiasi brano musicale scritto per voce femminile’, diceva di lei Tullio Serafin.
Attrice, cantante, icona femminile… Donna adorata e odiata, scandalosa e affascinante, criticata e invidiata. Prima artista di grande successo, poi personaggio pubblico del jet set: di lei si volevano conoscere tutti i dettagli, i gusti e le scelte personali… Ma chi era la Callas? Prima di tutto, una donna e, ancor prima di questo, una persona. A volte sembra che la sua ‘umanità’ non le sia stata abbastanza riconosciuta: il pubblico, gli altri artisti, i fotografi, i giornalisti, la volevano sempre ‘perfetta’, in splendida forma e Maria, che era sensibile al riconoscimento a causa del suo doloroso passato di ‘non riconosciuta’ dalla figura materna, voleva ad ogni costo soddisfare queste aspettative.
All’anagrafe Anna Maria Sofia Cecilia Kalogeropoulou, ma per tutti è Maria Callas, la divina. Donna affascinante e complessa, dalle infinite sfaccettature, trasformista e di grandissimo carisma, fu un personaggio anche molto controverso. Proviamo a farne un ritratto, seguendo la sua storia di donna e di artista.

 

Maria nacque a New York nel 1923 da genitori greci che si erano trasferiti negli Stati Uniti.
La madre decise di concepirla nella speranza di poter riempire il vuoto generato dalla perdita di un precedente figlio: alla nascita, invece, non appena scoprì che si trattava di una femmina, la donna non volle vederla se non dopo quattro giorni. Nonostante questo iniziale, grave rifiuto materno che fin da subito creò un profondo divario tra le due, la bambina crebbe. La madre si accorse che sua figlia era dotata di un certo talento musicale: le fece studiare canto e pianoforte per lunghi anni, nella speranza che almeno la sua bambina riuscisse ad avere quel successo che ella non era riuscita a ottenere da giovane.

Maria visse la sua infanzia tra conservatorio e casa, intenta a studiare musica: la madre, infatti, le vietava di intrattenersi per la strada con i suoi coetanei e di svolgere altre attività che potessero distrarla dagli studi musicali. Nei momenti più difficili, dopo ore filate trascorse a cantare senza pausa e con incredibile spirito di sacrificio, la ragazzina, per sfogare le prorie ansie, mangiava grandi quantità di cibo e questo comportamento alimentare la portò ad un evidente aumento di peso corporeo.
Il padre fu una figura sempre abbastanza periferica, nella sua esistenza; i genitori si separarono quando la Callas era ancora bambina e la madre portò con sé in Grecia Maria e la sorella maggiore. Durante quel soggiorno, negli anni della seconda guerra mondiale, sembra che la madre abbia invitato la figlia a intrattenersi con giovani ufficiali stranieri, fin tanto che si vocifera si trattasse proprio di incitamento alla prostituzione: la stessa madre non disdegnò la compagnia di alcuni militari italiani. Maria rifiutò con tutte le proprie forze questo genere di proposte e, rimasta integra nel corpo e nell’anima, non poté dimenticarle, anzi, non perdonò mai sua madre e, poco più che ventenne, decise di rompere tutti i rapporti con lei. Il burrascoso legame tra le due donne non cessò mai di tormentare entrambe, nonostante i lunghi periodi di rottura e silenzio.

 

Dopo numerosi viaggi tra gli Stati Uniti, la Grecia, l’Italia e svariate partecipazioni ad eventi canori, Maria, ragazzona extra-large (a soli 29 anni arrivò a sfiorare i 100 chili di peso), con giganti occhiali da miope, incontrò l’uomo che sarebbe riuscito a far conoscere al mondo il suo talento vocale: Giovanni Battista Meneghini, di 27 anni più grande di lei. Nel ’49 Maria aveva solo 26 anni e dopo una breve convivenza con lui – status decisamente malvisto, a quell’epoca – accettò di sposarlo. Meneghini, imprenditore veronese, divenne suo sposo, ma anche manager e figura di riferimento; con il trascorrere degli anni, la giovane cantante divenne sempre più famosa e iniziarono gli anni della sua brillante quanto rapida carriera.
Tra il ’52 e il ‘54 si mise a dieta ferrea (qualcuno sospettò che Maria avesse addirittura inghiottito un verme solitario per dimagrire) e perse circa 30 chili di peso: questa trasformazione fisica la rese una donna bella, sensuale, sofisticata, carismatica, una vera icona femminile, a tal punto che nel ’57 venne proclamata la donna più elegante del mondo.

 

 

Le sue performance artistiche erano stupefacenti: da bambina, ricorda la sua insegnante di musica, era in grado di ascoltare diligentemente tutti i suoi compagni di studio e alla fine della lezione… cantare tutto il loro repertorio! La sua estensione vocale, infatti, in età adulta, riusciva a raggiungere ben tre ottave: un vero e proprio ‘miracolo della natura’, un talento spontaneo, alimentato però dallo studio approfondito e costante.

I più grandi direttori d’orchestra l’hanno diretta: Tullio Serafin, Carlo Maria Giulini, Leonard Bernstein, Herbert von Karajan e molti altri. Lavorò con grande passione insieme a Franco Zeffirelli, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini. Numerose cantanti già sotto le luci dei riflettori si sentivano pericolosamente messe in ombra dalla sua tempestiva e brillante ascesa al successo. Le sue recite venivano ospitate nei più importanti teatri dell’opera del mondo: la Fenice di Venezia, il Teatro dell’Opera di Roma, il Metropolitan Opera House di New York. I suoi autori preferiti erano Donizetti, Bellini, Verdi: i personaggi femminili più riusciti (Medea, Norma) erano donne apparentemente forti e impetuose, ma in fondo fragili e sensibili, un po’ come era la stessa Callas. Gli anni ’50 segnarono il suo grande successo e la consacrarono diva del belcanto, tecnica di canto virtuosistico che interpreta l’uso della voce umana come strumento musicale. L’agilità con la quale Maria cantava brani di incredibile difficoltà, la sua forte presenza scenica, la personalità che riusciva sempre a trasmettere ai personaggi delle opere liriche che interpretava, la resistenza fisica e psicologica, la resero una vera star mondiale.

 

Fu proprio in quegli anni di intensissima attività musicale e meritato successo che la madre tornò nella sua vita: nonostante la distanza ‘territoriale’ ed emotiva tra le due, proprio negli anni del grande successo di Maria, la madre decise di concedere un’intervista al Time nella quale la screditava, descrivendola come una figlia degenere che si rifiutava di condividere le sue ricchezze con la famiglia, una figlia irriconoscente, intenzionata a spingere addirittura la madre al suicidio. Inoltre, nel 1960 la madre di Maria pubblicò un libro, My daughter, Maria Callas – Mia figlia, Maria Callas che faceva della diva un ritratto davvero poco roseo. Per i detrattori della Callas, questo fu un vero e proprio invito a nozze: un colpo basso per Maria, una donna che aveva ottenuto il successo con anni di grandi sacrifici e grazie al suo naturale talento, anni trascorsi a studiare e a provare per lunghi periodi di tempo le parti che avrebbe poi rappresentato davanti al grande pubblico. Il rapporto con la madre, già incrinato fin dai primi giorni di vita, degenerò ulteriormente.

La perfezione, si dice, non abita il nostro mondo: di conseguenza, il crollo finale sarebbe diventato purtroppo inevitabile, da un certo momento in poi. Maria, donna e diva, in fondo, nel suo intimo, era rimasta una bambina. Una bambina che giocava, che si nascondeva tra i ruoli, nascosta da una corazza apparentemente resistente, ben impostata, straordinaria nel suo modo di cantare, era in grado di muoversi con eleganza sul palco, parlava correntemente numerose lingue, era abile nel rispondere ai giornalisti e sapeva come sfuggire alle loro imbarazzanti e intrusive richieste… ma pur sempre una bambina.

Maria era una donna apprezzata e amata da molti, ma c’era un uomo famoso e potente che da tempo desiderava le sue attenzioni: Aristotele Onassis, ricco armatore originario di Smirne, di 17 anni più grande di lei, che negli anni del suo grande successo artistico le inviava mazzi di rose rosse alla fine dei suoi spettacoli, firmandosi ‘l’altro greco’. Onassis amava i lussi e le comodità e con il suo mondo dorato, riuscì a incantare Maria.

 

Il ricco Onassis, danaroso ma davvero poco attraente dal punto di vista fisico, non la stregò fin dall’inizio: la magia scattò dopo qualche tempo, a seguito dei suoi doni, delle continue rose rosse, delle lusinghe e romanticherie che fecero sentire Maria una persona profondamente amata, ammirata, desiderata, come forse non le era ancora mai capitato. In questo sogno, la Callas si lanciò con tutta se stessa, cieca dei propri bisogni più profondi, inebriata da quella nuova, strana, stregante sensazione di essere finalmente importante per qualcuno, prima che per se stessa. Dopo 10 anni di matrimonio, Maria decise di lasciare il marito e iniziò la sua tormentata storia d’amore con Onassis: una relazione costellata da strappi, tradimenti di lui, grandi slanci di lei, intense delusioni. Fu una relazione burrascosa e molto fisica: i due ebbero anche un figlio, una gravidanza che entrambi tentarono in ogni modo di nascondere ai riflettori. Ma il bambino, Omero, visse solo un giorno.

Nel frattempo la carriera di Maria rallentò, la voce peggiorò, gli impegni si diradarono, iniziarono i primi crolli vocali: forse a causa della rapida quanto netta perdita di peso, forse perché Maria aveva abusato della sua capacità vocale cantando praticamente ogni ruolo femminile del repertorio operistico, il tutto accompagnato da una vita che a fine anni ’50 inizio ’60 si era fatta molto mondana, sregolata e aveva perso il rigore di un tempo.

Nel ’63, Jacqueline Kennedy, da qualche mese vedova dell’ex Presidente degli Stati Uniti, diventò amante di Onassis, 5 anni dopo Aristotele e Jacqueline si sposarono ufficialmente: Maria venne a conoscenza del matrimonio dai rotocalchi. Naturalmente, per la Callas questa notizia fu causa di immenso dolore e di profonda umiliazione. Le fu impossibile riprendersi; da quel momento in poi, la cantante visse una vita diversa, estremamente solitaria e ritirata, si allontanò definitivamente dal canto e a soli 41 anni diede addio all’opera.

 

 

Nelle fotografie, nelle interviste, Maria appariva spenta, tormentata, il suo sguardo, un tempo fiero e alto, la sua grinta, la sua potente voce, erano solo un lontano ricordo. Il rapporto con Onassis proseguì in maniera clandestina e fugace: Maria accettava tutto, anche questo, pur di raccogliere qualche granello di momentanea felicità. Ormai, però, la diva che era in lei si era spenta definitivamente: il mito della Callas era diventato un pesante fardello sulle sue spalle, una leggenda nella quale ormai ella non si riconosceva più.

Si potrebbe pensare che, all’inizio, Maria Callas non fosse cosciente del rischio che stava correndo, quando si lasciò trascinare tra le braccia di quell’uomo: che era una donna innamorata e, si sa, quando c’è l’amore, ragionare sembra quasi impossibile. In fondo, perché pensare di sbagliare, nel percorrere questa nuova strada? Le sicurezze, gli appigli, c’erano; o almeno, questo era ciò che sembrava. In realtà, quando ci sentiamo attratti da qualcuno, questa spinta è generata da numerosi fattori, alcuni dei quali del tutto inconsapevoli: tuttavia, se pensiamo alla distanza emotiva, all’umiliazione e alla totale mancanza di considerazione che Onassis le dimostrò al termine della loro relazione, sembra che ‘i conti tornino’. Maria Callas si ritrovò a vivere quelle laceranti emozioni che già conosceva: sentirsi una nullità, nel cuore e nella mente dell’Altro, senza un appoggio affettivo che la rassicurasse. Questa fu solo una conferma: Maria non esisteva, così come non era esistita fin da bambina, nella psiche e negli affetti di sua madre. Le parole rilasciate nell’ultima intervista radiofonica sono sconcertanti e significative: ‘sono completamente inutile’. A Maria il mondo non riconosceva debolezze; nessuno sconto, nessun perdono per ‘la divina’. Maria Callas ha vissuto una vita nell’inconsapevole bisogno di sentirsi accettata, amata, desiderata per quella che era: la sua vita è stata un costante tentativo di mostrarsi all’altro per sentirsi ‘viva’ grazie al suo sguardo, alla ricerca di una immaginaria madre in grado di poterla accogliere e far sentire amata: una richiesta di consenso, calore, stima e gratificazione che il grande pubblico apparentemente sembrava poterle dare. I ‘bagni di folla’ che un tempo erano diventate le sue apparizioni, era sembrato che potessero colmare quel vuoto affettivo, così antico eppure ancora dolente.

Negli ultimissimi anni, la divina tentò per l’ultima volta una sorta di riscossa artistica attraverso una serie di masterclass e concerti in giro per il mondo insieme al collega Giuseppe Di Stefano, ma i risultati non furono quelli auspicati. Dopo soli due anni dalla morte di Onassis, si spense a 53 anni a Parigi nel 1977, in seguito all’ingestione di una forte dose di psicofarmaci.

 

Maria Callas sul set dello straordinario ‘Medea’ di P. Pasolini (nella foto).

Consigliati per la consultazione:

– www.callas.it

Callas assoluta, documentario di Philippe Kohly

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).

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