| 

Un viaggio nel pensiero giapponese

Recentemente ho letto un testo scritto da un’autrice vietnamita e dedicato al “pensiero giapponese”. Un libro che ho trovato interessante e poetico.

foto di sasint

Ho pensato di dedicare una breve recensione a questo saggio.

Il testo in questione lo potete acquistare qui.

L’autrice del libro, Le Yen Mai

L’autrice

Al suo primo libro, Le Yen Mai ha origini vietnamite – i suoi genitori erano rifugiati – ma è nata e cresciuta in Svizzera (Zurigo). Attualmente vive in Italia.

Nonostante la sua giovane età, Le Yen Mai ha una discreta esperienza professionale: lavorato a Parigi nell’ambito della moda, nel design, nella comunicazione e nel marketing.

Attualmente vive a Milano, dove è stata attiva nel cinema. Oggi è freelance e lavora per conto come professional organizer.

Cosa fa una professional organizer?

Una professional organizer affianca persone o aziende per insegnare a ottimizzare la gestione di tempo, spazio e risorse disponibili attraverso un’analisi dei bisogni dell’individuo o dell’ente che chiede una consulenza.

Esiste anche un’associazione italiana, il cui sito è raggiungibile a questo link.

Fornisce informazioni, supporto e strategie per migliorare il modo con il quale organizzarsi.

Un esempio? Una figura del genere, chiamata da un singolo, può aiutarlo ad eliminare il superfluo dalla propria abitazione, da armadi, cassetti, stanze – il cosiddetto decluttering – e ordinare in modo più efficace gli oggetti più cari.

Cosa tenere? Cosa regalare? Cosa buttare via? Cosa mettere in vendita? A volte la scelta sembra più complessa di quanto non sia … queste figure esistono anche per supportarci in questo ambito.

Il pensiero giapponese: viaggio nello stile di vita del sol levante

Cittadina svizzera, di origini vietnamite e con una gran passione per il Giappone: questa è l’autrice del nostro libro, che sa mescolare culture e stimoli diversi, oltre a parlare un ottimo italiano.

Questo libro è un viaggio attraverso alcuni luoghi molto suggestivi del Giappone. Ogni suo capitolo porta come titolo un concetto presente nella cultura nipponica.

Il primo capitolo, ad esempio, si intitola Wabi sabi (侘寂), espressione giapponese che indica la bellezza imperfetta, transitoria e incompleta.

Il quinto, invece, si chiama Kintsugi: questa parola fa riferimento all’arte giapponese di riparare mediante l’oro oggetti di ceramica andati in frantumi (su questo tema ho dedicato un articolo su questo sito, che potete leggere qui).

Con parole scelte attentamente e un andamento dolce, a tratti poetico, Le Yen Mai affronta temi vari che sempre hanno a che fare con l’esistenza umana, le sue costanti, i suoi limiti, le sue gioie e le sofferenze che ci accompagnano immancabilmente nel viaggio della vita.

L’impermanenza

La vita di ogni organismo vivente è precaria: ha un inizio e una fine, tutto ciò che vive muta continuamente, nulla resta mai uguale a se stesso.

Come accade per la fioritura degli alberi di ciliegio, simbolo poetico del Giappone, come avviene per tutto ciò che è terreno: l’esistenza è fugace, un battito d’ali.

foto di Webandi

Ciò non toglie che possa anche avere momenti di grande bellezza e intensità, come accade quando, in primavera, sotto l’effetto di una lieve brezza, gli alberi lasciano librarsi nell’aria quella vastità di petali colorati.

L’hanami (花見) è un fenomeno splendido che dura poco, un soffio di vita, un battere di ciglia, un sogno ad occhi aperti: la sua brevità è il suo tratto distintivo, ma non per questo lo spettacolo non vale la pena di essere gustato.

“Come dimostrano i fiori di ciliegio, la bellezza e la felicità sono gioie passeggere della vita, mezzi effimeri di ornamento alla visione d’insieme”, scrive l’autrice.

Danshari: elogio del minimalismo

Non sfugge alla riflessione dell’autrice il tema del consumismo, ovviamente, che ci conduce a riempire le nostre abitazioni di montagne di oggetti che non ci renderanno mai felici.

Le Yen Mai menziona il famoso “paradosso della felicità“, che molti già conoscono: il fatto, cioè, che in media, gli abitanti dei paesi più poveri, economicamente più arretrati, sono più felici di quelli che vivono in paesi ricchi.

Tra i fattori che influenzano in maniera significativa sulla felicità e sul benessere individuale, infatti, sembra che manchino all’appello ricchezza e quantità di oggetti posseduti.

foto di StockSnap

Oggi viviamo sempre più spesso in quello che l’autrice definisce “un labirinto di oggetti”: siamo soliti acquistare un numero esagerato di cose e di accumularle, molte volte senza nemmeno mai utilizzarle.

Spesso è il confronto con il “vuoto” a farci paura e questo ci conduce a riempirci di “cose”, nell’illusione di poterci riempire anche interiormente, sedando certi stati di tensione psicologica.

Il famoso “fast fashion”, per esempio, cioè l’acquisto di capi d’abbigliamento estremamente economici e di tessuti artificiali, è una delle maggiori cause di inquinamento, a proposito di accumulo, perché vengono comprati e rapidamente eliminati …

Una lettura molto piacevole

I capitoli di questo libro che sono stati fonte di riflessione, per me, sono molti, direi la quasi totalità e non voglio spoilerare a chi ancora non lo ha letto gli altri temi che mi hanno portato a formulare considerazioni anche molto personali.

Se avete piacere di avvicinare in modo non troppo impegnativo un certo tipo di pensiero e una certa spiritualità tipici del mondo orientale, consiglio vivamente la lettura di questo libro.

Buona vita!

Bibliografia consigliata

Marie Kondo (2016) Il magico potere del riordino, Vallardi

Marie Kondo (2022) Kurashi, Vallardi

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
© Tutti i diritti riservati

Per consulenze e psicoterapie, mi potete contattare al 3280194286.

Articoli simili