| 

Riflessione sul narcisismo: terzo appuntamento

Il presente articolo costituisce la “continuazione” di due articoli precedenti che, se non avete ancora letto, consiglio di fare, per poter seguire meglio il tema e comprendere alcune distinzioni. Qui il primo appuntamento, qui invece trovate il secondo.

In questo articolo vorrei focalizzare l’attenzione sulle due grandi tipologie di personalità narcisistica, menzionate proprio nei precedenti scritti.

foto di mmmmeng

I due tipi di narcisismo sono stati variamente definiti, qui utilizzerò la distinzione “narcisista dalla pelle spessa” e “narcisista dalla pelle sottile”.

Si tratta di una classificazione ideata dallo psicoanalista tedesco Herbert A. Rosenfeld per descrivere due facce della medaglia che ha nome “narcisismo patologico”.

Si tratta di due modalità con le quali si declinano caratteristiche di fragilità e insicurezza: modi del tutto opposti per manifestare gli stessi vissuti di inadeguatezza, terrore del fallimento, vulnerabilità, vuoto interiore.

Il narcisista “dalla pelle spessa”

L’individuo definito “a pelle spessa” (thick-skinned) appare una persona tronfia, piena di sé, con un senso di grandiosità profondo e pervasivo. Questo tipo di individuo è stato anche definito come “narcisista overt” cioè palese (Cooper, 1998), o anche “elitario” in quanto convinto di essere “speciale”, parte di una élite unica, irraggiungibile.

Il narcisista “dalla pelle spessa” si nutre di fantasie onnipotenti, alimenta in sé il fantasma di successi sia personali che professionali, è sempre concentrato su se stesso, è presuntuoso e non si cura del prossimo; ha un carattere spesso aggressivo e dominante, cerca di “brillare” ovunque, di fronte a chiunque, di affascinare e piacere.

Emerge forte tendenza alla manipolazione (la stessa seduttività del narcisista è una modalità manipolatoria, se ci pensiamo!), che viene mostrata in modo indiscutibilmente palese ed esplicito.

Si tratta di persone che, inconsciamente, hanno letteralmente il terrore di sperimentare il fallimento, l’insuccesso, l’inadeguatezza, l’incompetenza, sentimenti con i quali hanno sempre fatto in modo di non “incontrarsi” mai.

foto di Engin_Akyurt

Per comprendere a pieno questo tipo di organizzazione di personalità, cito le parole del prof. Vittorio Lingiardi, che nel suo saggio Arcipelago N, afferma che «in ogni narcisista grandioso si nasconde un bambino che si vergogna» (p. 45).

Sembra impossibile pensare che, sotto quella coltre di apparente sicurezza, possa celarsi un individuo fragile, al limite della frammentazione … eppure è proprio ciò che nascondono questi soggetti.

Il narcisista “dalla pelle sottile”

Il narcisista definito “dalla pelle sottile” è sensibilissimo alle critiche, appare fragile e timoroso, molto spesso lamentoso, vulnerabilissimo alle valutazioni poco lusinghiere, vittimista. Questo tipo di personalità è incline al sentimento della vergogna e al senso d’inferiorità.

Questa tipologia viene anche identificata come “narcisismo covert” cioè nascosto (Cooper, 1998) o anche “compensatorio” perché a contatto con il senso di vuoto e d’inferiorità che il soggetto prova a compensare (invano) cercando riconoscimenti esterni.

Con questo tipo di atteggiamento, il narcisista “thin skinned” (o “a pelle sottile”) cerca lo sguardo dell’altro, la sua attenzione, la compiacenza.

foto di SJJP

In questo caso, la manipolazione c’è ma è più sottile (come la pelle, d’altronde…). Anche in questo caso, il soggetto si nutre di fantasie grandiose, che però, a differenza del narcisista “a pelle spessa”, sono alimentate in modo occulto, nascostamente.

Nei confronti dei successi altrui, questo tipo di personalità prova spesso invidia o meglio ammirazione invidiosa.

Inoltre, capita sovente che i narcisisti “a pelle sottile”, provino godimento quando giungono alle loro orecchie sventure accadute ad altri, come se il male altrui potesse in qualche modo avere effetti compensatori/risarcitori nei suoi riguardi.

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).

© Tutti i diritti riservati

Bibliografia consigliata

Cooper, A. (1998) “Nuovi sviluppi nella diagnosi clinica del disturbo narcisistico di personalità”, in Ronningstam E. F. (a cura di), I disturbi del narcisismo. Diagnosi, clinica, ricerca, Raffaello Cortina, Milano (2001)

Lingiardi V. (2021) Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo, Einaudi, Torino

Rosenfeld H. A. (1987) Comunicazione e interpretazione: fattori terapeutici e antiterapeutici nel trattamento dei pazienti psicotici, borderline e nevrotici, Bollati Boringhieri Editore, Torino 1989.

Articoli simili