Recensione al romanzo EVA, di James Hadley Chase

“Non credo di essere capace di amare una donna a lungo. E forse dovrei essere compatito per questo.”

Il mondo dorato di Mr. Thurstone


Clive Thurstone è una giovane promessa del mondo letterario californiano: vive in un’abitazione lussuosa gestita da un maggiordomo, possiede uno chalet poco fuori città, vive un legame con una partner amorevole, Carol, ipnotizzata dal suo fascino, sempre pronta ad aiutarlo a livello professionale (è una sceneggiatrice). La sua opera prima, “Rain Check”, è parsa fin dall’inizio una brillante commedia che gli ha permesso di arricchirsi e ottenere, per qualche frangente, le luci dei riflettori hollywoodiani. Pare non gli manchi nulla: eppure Clive è un uomo profondamente irrequieto e perennemente insoddisfatto.

The dark side of the moon


Fin dalle prime pagine scopriamo che il successo connesso al suo primo e unico lavoro letterario è frutto di una grave scorrettezza (che non vi svelo), un raggiro che avrà riverberi in tutti gli ambiti della sua vita. Nonostante abbia intrattenuto un elevato numero di relazioni con l’universo femminile, anche durante la relazione con l’amabile Carol, nonostante quel ricco intreccio di rapporti e di corpi, sebbene quell’ “apparire sempre in compagnia di belle donne” (p. 18) gli abbia restituito il riflesso di un uomo forte, Clive continua a sentirsi profondamente fragile e insicuro nel rapportarsi al gentil sesso. Data la sua scarsa trasparenza e la nulla intraprendenza anche nelle relazioni con gli uomini, il protagonista vive un’esistenza molto ritirata, deprimente e monocromatica.

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Il fatidico incontro e l’ossessione erotomanica


Un giorno, in un frangente bizzarro e strampalato, Clive sorprende una coppia di estranei all’interno del suo chalet e lì avviene il fatidico incontro: conosce Eva, colei che dà il titolo a questo romanzo, una donna bruna ed esile, che si fa trovare accovacciata sui talloni davanti al suo caminetto.

La donna gli volge le spalle e al suo arrivo non manifesta alcuna sorpresa, anzi, si mostra addirittura indifferente alla sua presenza. Non fa nemmeno finta di cercare un indumento più consono ad incontrare il padrone di una casa indebitamente occupata: rimane in vestaglia. Eva è una escort e la sua palese indifferenza non indispettisce Clive, anzi, arriva addirittura ad incuriosirlo e intrigarlo.

Inoltre, la donna sembra incarnare il prototipo femminile che più lo attrae: “era ben fatta: le spalle appena più larghe dei fianchi, come piace a me”. Eva, senza saperlo, sfida quel “nervo scoperto” che lacera da sempre Clive, perché tocca quel suo sentirsi inadeguato, non desiderabile, mettendo in luce quell’invisibilità che teme sempre di dover scoprire, nello sguardo dell’altro; e la donna, quella “follia momentanea”, si trasforma nella sua mente in una sorta di scommessa, un assillo amoroso, un gioco d’azzardo perverso, inaccessibile e per questo così tanto desiderabile. “La mia mente tornava ossessivamente ad Eva. Qualche vano tentativo di pensare ad altro … qualche pagina di un romanzo che scagliai via rendendomi conto che non riuscivo a seguirlo… il whisky che m’appesantiva i pensieri … un vago senso di vertigine … e poi il telefono”.

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Il piano delirante


Nonostante il fidanzamento ufficiale con Carol e le nozze ormai assicurate, Clive intraprende una relazione con Eva e l’esperienza di vita nella quale s’immerge frequentandola diventa per lui fonte d’ispirazione che stimola la sua attività letteraria e viceversa: Clive inizia, infatti, a scrivere le primissime righe di una nuova commedia per la quale ha già ricevuto un cospicuo anticipo. L’uomo, nell’intimo della sua mente, alimenta un piano delirante: coinvolgere Eva a livello sentimentale. Probabilmente, immagina che farla invaghire possa smentire l’inettitudine che abita da sempre dentro di lui, forse un’operazione del genere potrebbe restituirgli una dignità, una virilità che egli percepisce così lontane e vacue.
Clive va regolarmente a trovare la sua amante nell’appartamento in cui lei riceve i clienti ma, all’inizio, si limita ad osservarla e a dialogarci: non hanno alcun contatto fisico, se non al momento del pagamento.

Eva

Eva è colpita dal fatto che qualcuno possa cercarla e pagarla solo per stare in sua compagnia, gli domanda addirittura se non stia sprecando tempo, in questo modo, e l’uomo le risponde “per me no. Mi interessi, e poi mi è sempre piaciuto fare conversazione con una bella donna […] sei un tipo interessante […] hai una forte personalità … […] sei eccezionalmente attraente e molto sensibile … c’è qualcosa di straordinario in te. Una specie di … magnetismo”. Eva è piena di appuntamenti professionali e la mole di “lavoro” inizia a indispettire Clive, che prova fastidio e gelosia per gli altri uomini che s’intrattengono con lei, come considerando la donna la sua compagna di vita.

È molto improbabile che per Eva possa scoccare una scintilla amorosa: fin dalle prime battute, la donna, che coglie subito l’intento perverso di lui, gli dice che non si coinvolgerà mai sentimentalmente. Eva è una donna algida, venale, una giocatrice d’azzardo, abituata a mentire e a manipolare gli altri, ad usare gli uomini e a gettarli via quando non sono più di sua utilità; inoltre ha da alcuni anni un rapporto tutto particolare con un misterioso uomo che vive tutto l’anno fuori città, con il quale c’è un legame basato sulla dipendenza affettiva, sulla violenza fisica, sulla menzogna, sul gioco patologico. Quest’uomo, nonostante tutto, sembra incarnare l’ideale, per Eva: quando un giorno, tra le lenzuola, Clive, sempre più roso dal desiderio di esclusività, le domanda provocatorio come reagirebbe se venisse a sapere che il suo partner è morto, lei risponde lapidaria: “mi ucciderei”.

Conclusioni

Eva è un romanzo a tinte fosche, che penetra negli abissi più imbarazzanti e squallidi del desiderio umano, capace di risucchiare tutto come un vortice, in un misto di sensualità, inquietudine, disperazione. Si tratta di un testo che, senza tanti complimenti, fa entrare i lettori in contatto con pulsioni indicibili: la gelosia che devasta l’animo, il desiderio perverso che arriva al pensiero omicidiario, la rivalità, il senso d’inferiorità che martoria l’autostima e la bucherella come fosse un formaggio svizzero. Eva ci confronta con la fissazione autodistruttiva, con l’espiazione che passa silenziosa tramite l’autopunizione inconscia, con le vite che galleggiano nel l’ozio, nel vizio, nel vuoto esistenziale.
Pubblicato nel 1945, in tempi di secondo conflitto bellico, il romanzo mantiene freschezza e attualità, tant’è, oltre al film realizzato nel 1963, con la partecipazione di Virna Lisi, Jeanne Moreau e Giorgio Albertazzi, ne è stato prodotto un rifacimento francese, datato 2018, con la splendida e conturbante Isabelle Huppert.

La copertina del film (2018)

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