“Per me è finita”: lettera dal fronte italiano, prima guerra mondiale

Mi fa piacere condividere una lettera che ho trovato all’interno di una raccolta di scritti della Prima Guerra Mondiale. In questa, il soldato Rocco Egidio de Bonis fotografa il dolore che caratterizza le giornate al fronte, riuscendo a trasmetterci un’emozione tanto intensa da farla giungere fino a noi.

Per me è finita
Rocco Egidio de Bonis, sottotenente, tenente

Tolmino (Slovenia)

Siamo di rincalzo presso l’Isonzo. Il buio della notte non fa scorgere nulla intorno. Una pallottola di fucile spezza la colonna vertebrale ad un soldato, che muore senza emettere verbo. Una cannonata, proveniente dalla piana di Tolmino, asporta ad un altro il braccio sinistro e mezza spalla; alla fioca luce della lampadina elettrica vedo che la ferita è gravissima e che è inutile medicarlo, respira debolmente e il viso è di un pallore mortale. Gli domando se ha da manifestare qualche desiderio; mi bisbiglia che è contento di morire per la Patria, ma si rammarica di non rivedere più i vecchi genitori. Un fante della quarta, cui un proiettile è penetrato nell’addome, è seduto sui sassi, con la schiena poggiata ad un sacchetto di terra; si lamenta da destare pietà. Ha il volto cereo, le labbra bianche e gli occhi smorti; siamo da presso io e il collega Lucrezi, e a noi due raccomanda le sue ultime volontà. Cerchiamo di infondergli coraggio, ma inutilmente; ci dice di comunicare alla famiglia la notizia con cautela e che si provveda al mantenimento del vecchio padre, della moglie e di un figlioletto di tre anni. ‘Dio mio, mi sento morire, aiutatemi, è finita per me!’. Sono le sue ultime parole e la bell’anima vola in cielo, circonfusa di gloria.

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