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Stress, lavoro e patologia

Nell’articolo precedente, che potete trovare qui, ho introdotto il tema dello “stress” in generale, dandone alcune definizioni.

Come accennato alla fine del precedente articolo, dobbiamo distinguere due tipologie di stress: l’eustress e il distress. Ecco di cosa si tratta.

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Lo stress “positivo”: l’eustress

La tensione positiva alla quale mi riferisco è quella tensione “acuta” che ci spinge a “fare” (senza strafare!) e a fare bene: l’eustress ci permette di ottenere una performance ottimale e di raggiungere i nostri obiettivi.

Questa tensione positiva ci permette di essere maggiormente attenti e concentrati sul compito che stiamo svolgendo ma poi, conclusa l’attività, ci dà requie.

Una volta ottenuto ciò che desideriamo, infatti, lo sforzo si viene a smorzare e l’unità corpo-psiche ha la possibilità di riposare, ristabilire l’omeostasi e ricaricarsi.

Lo stress “negativo”: distress

È una tensione cronica, cioè continua; è una pressione innaturale, eccessiva e forzata, che va oltre le nostre possibilità e tende ad esaurire le nostre forze, scaricandoci. Il distress viene solitamente indicato con il termine “stress”.

Questo “scaricamento” conduce a logoramento, disagio, malattia acuta o cronica.

Lavorare sotto stress non paga

Quando si lavora sotto una pressione negativa (distress, appunto), si verificano un maggior numero di malattie, infortuni, la produttività diminuisce, aumentano i giorni di assenza dal lavoro, con tutte le conseguenze che questi fattori possono comportare.

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Le cause dello stress sul lavoro

I motivi per i quali un lavoratore è sottoposto a stress possono essere varie e sono raggruppabili in alcune macro-categorie: inadeguatezza premiale, strutturale, relazionale, organizzativa.

Anche una eccessiva responsabilità verso terze persone (ad esempio: il burn out che tipicamente avviene tra le fila del personale medico – sanitario) può generare stress lavorativo.

Stress e patologia

Secondo la Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML), lo stress ha una rilevante importanza nella genesi dei disturbi gastro – intestinali (specie nella sindrome del colon irritabile, nel ritardo dello svuotamento gastrico, nell’accelerazione del transito intestinale, nella genesi dell’ulcera), delle patologie infiammatorie croniche intestinali (malattia da reflusso gastro – esofageo, malattia di Chron), delle patologie dermatologiche (disturbi cutanei quali psoriasi, orticaria, dermatici eczematose, dermatiti atopiche).

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La psiconeuroendocrinoimmunologia, che ho recentemente citato in un precedente articolo (che potete leggere qui), ha dimostrato che certi stati emotivi connessi allo stress indurrebbero manifestazione neuroendocrine che possono causare infezioni, allergie, intolleranze e addirittura processi neoplastici (tumori).

Nell’ambito della salute mentale, nella nosografia psichiatrica della più recente edizione del DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali), è stata aggiunta una sezione specifica, dedicata ai disturbi causati dallo stress, di cui tratterò nel prossimo articolo.

Una mente sotto stress

In ambito psicologico, in situazioni di stress si alterano memoria, attenzione, concentrazione, elaborazione delle informazioni; si possono inoltre attivare condizioni di ansia più o meno intensa, senso di inadeguatezza, irritabilità, sensi di colpa, stati francamente depressivi.

A volte, episodi di dimenticanze, disattenzioni o attivazioni emotive possono colpire o anche un po’ spaventare le persone che le vivono e condurle a rimuginazioni o franche preoccupazioni di natura ipocondriaca.

Lo stress può, inoltre, generare disturbi del comportamento alimentare, abuso o dipendenza da sostanze (tabacco, alcool psicofarmaci, sostanze stupefacenti) e può alterare in modo anche grave i ritmi sonno – veglia, procurando disturbi del sonno.

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In presenza di segni/sintomi che possano far pensare ad una condizione di stress, è fondamentale averne coscienza e prendersi cura di sé: se abbiamo l’impressione di dover parlare con qualcuno, la figura professionale dello psicoterapeuta è senza dubbio il riferimento più corretto al quale chiedere sostegno.

Buona vita.

Bibliografia consigliata

Biondi M., Pancheri P. (1984) “Psicoimmunologia”. In Pancheri P. (a cura di) Trattato di medicina psicosomatica, USES, Firenze

De Falco G., Messineo A., Vescuso S. (2008) Stress da lavoro e mobbing. Valutazione del rischio, diagnosi, prevenzione e tutela legale, EPC, Roma

De Risio S. (a cura di), Psichiatria della salute aziendale e mobbing. Studi sui disturbi mentali in ambito lavorativo, Franco Angeli, Milano, 2002

Di Nuovo S., Rispoli L., Genta E. (2011) Misurare lo stress. Il test MSP e altri strumenti per una valutazione integrata, Franco Angeli

Selye, H. (1955) La sindrome di adattamento, Istituto sieroterapico milanese S. Belfanti, Milano

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
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