Buone prassi per l’intervento psicologico in diabetologia
Alcuni anni fa ho partecipato ad un convegno tenutosi presso il Ministero della Salute e organizzato dall’Ordine Psicologi del Lazio, durante il quale sono state presentate le “Buone prassi per l’intervento psicologico in diabetologia”.
Attualmente, l’Ordine Psicologi Lazio, grazie al suo gruppo di lavoro dedicato alle patologie croniche, ha stilato un documento in merito a questo argomento.
Il file è scaricabile gratuitamente compilando un form sul sito dell’Ordine Psicologi Lazio, raggiungibile a questo link.
Diabete e psiche
Molti si potranno domandare come possa essere connesso questo tipo di patologia con la sfera psicologica. Ricordiamo sempre che corpo e psiche sono due facce della stessa medaglia e non possiamo occuparci dell’essere umano esclusivamente considerandolo da una sola prospettiva.
Quando il corpo si ammala, anche la mente viene ad esserne coinvolta: sono molti i cambiamenti che soma e psiche devono affrontare di fronte ad una diagnosi di un problema di questo genere.
Il diabete, infatti, è una patologia cronica molto complessa, al momento attuale in diffusione esponenziale e richiede un intervento multidisciplinare a livello preventivo, di diagnosi e cura.
I fattori psicosociali, inoltre, sono riconosciuti avere un ruolo chiave nell’insorgenza, nel decorso e nella gestione di questo disturbo e, anche in questo ambito, l’intervento psicologico può essere dirimente.
Diabete e psicologia
La figura dello psicologo fa parte del team polispecialistico che prende in carico il paziente diabetico poiché l’intervento psicologico, anche in questo ambito, può essere molto utile a più livelli.
L’intervento psicologico, all’interno del processo di cura, consente di intervenire sull’accettazione della diagnosi e della nuova condizione di vita che vede il paziente passare da uno stato di salute ad una condizione di malattia cronica, condizione che implica inevitabilmente un diverso stile di vita (una dieta personalizzata, rinunce alimentari e non solo, controlli periodici, terapie mediche più o meno invasive).
Il lavoro dello psicologo nella cronicità diabetica
Lo psicologo che lavora in un team dedicato alla patologia diabetica si occupa di lavorare sulla decodifica delle emozioni che accompagnano la diagnosi, in particolare della rabbia in tutte le sue espressioni. Tuttavia, non è l’unico ambito sul quale lo specialista della salute mentale deve lavorare.
Il supporto psicologico, infatti, può intervenire sui vissuti ansiosi che a volte questo tipo di patologia può comportare e sulla condizione depressiva che a volte può venire a manifestarsi.
La psicologia può sostenere il paziente diabetico e migliorare l’equilibrio della sua fera psichica, favorendo una presa in carico di tutte le responsabilità connesse all’essere affetti da diabete, trasformando il paziente in soggetto attivo, attore principale del proprio processo di cura.
L’intervento psicologico, favorendo la cura di sé, migliora lo stile di vita del paziente sia in termini di mantenimento che di prevenzione: alcuni esperimenti hanno infatti confermato che i pazienti con diagnosi diabetica sottoposti a colloqui psicologici riuscivano a far diminuire i livelli di glucosio nel sangue rispetto al gruppo di controllo.
Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
© Tutti i diritti riservati