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Menopausa: parliamone!

Ho letto un saggio davvero molto interessante e sorprendente: forse perché l’autrice, oltre ad essere ginecologa, è anche psicoterapeuta? Probabile che questo elemento abbia giocato un suo ruolo, nel mio caso.

Con parole semplici ed empatiche, la dott.ssa Marialessandra Panozzo riesce a spiegare questa complessa fase della vita di noi donne e questo suo modo gentile di scrivere e di trattare questo argomento mi ha spinto a scrivere questa breve recensione e a consigliarne la lettura.

Il libro in questione si intitola Menopausa: la medicina naturale nell’età del cambiamento.

foto di PICNIC-Foto
Il divieto di invecchiare

Tra le numerosissime riflessioni che ho trovato tanto vere quanto attuali, ce n’è una su cui vorrei soffermarmi, sicuramente già nota ma sulla quale varrebbe la pena riflettere un po’: nella nostra attuale società la vecchiaia non solo è “combattuta”, ma è proprio bandita, vietata, demonizzata.

Oggi non c’è spazio per l’invecchiamento – nonostante sia un accadimento del tutto naturale e scontato per tutti gli organismi viventi – e tutti noi dobbiamo cercare ad ogni costo di sembrare ancora giovani o di mostrare meno anni di quelli che ci appartengono.

Quante volte ci sorprendiamo ad osservare tutte quelle inutili rappresaglie contro il tempo che lasciano chiari e inevitabili segni su volti e corpi …!

Viviamo nell’epoca dell’illusione dell’eterna giovinezza, nella quale le mamme non solo indossano abiti più succinti e minimalisti delle figlie adolescenti, ma tendono a “plastificare” le loro sembianze, illudendosi di poter congelare il tempo e il suo trascorrere.

foto di NoName_13
Imperante senso di onnipotenza

Questo sentimento di onnipotenza che permea la nostra società (e i social network) entra in collisione con il fatto che ci sono tanti, tantissimi elementi della vita che non possiamo controllare e che, quindi, non ha alcun senso combattere.

Piuttosto, avrebbe più senso provare a sforzarci di accettare, atteggiamento sul quale saggiamente insistono le filosofie orientali e su cui ci invita la riflessione della Panozzo.

Come poter pensare, quindi, alla menopausa, in un’epoca così malamente strutturata?

Per fortuna non tutte le voci sono allineate in tal senso… Tra l’altro, in numerose culture la vecchiaia è intesa in altro modo. In molti paesi orientali, per esempio, essere gli anziani della comunità è sinonimo di saggezza e rispetto da parte della comunità.

foto di ThuyHaBich
Parlare di menopausa

In ogni caso, oggi in Occidente questa fase di vita sembra poco o nulla accettabile e quando una donna si arrischia ad affermare di essere in “pre-menopausa” lo fa con tanti timori, guardandosi intorno, come se stesse svelando qualcosa di imbarazzante, di troppo “intimo”, addirittura di innaturale, che non va sbandierato ai quattro venti.

Sembra che gli spazi in cui potere parlare dell’argomento si riducano quasi esclusivamente ai momenti di confidenze tra amiche molto strette o con gli addetti al mestiere (ginecologi).

La menopausa, insieme alla sua fase di “preparazione”, sono momenti che tutte le donne si trovano ad affrontare, fa parte della nostra parabola esistenziale. Ne dobbiamo poter parlare, se abbiamo desiderio di farlo.

Menopausa come “pausa”

La menopausa è una fase di passaggio che le donne vivono in modi anche molto differenti, tra loro, ma comunque segna un passaggio, dall’età fertile a quella non fertile, dalla fase produttiva (anche in termini lavorativi) a una fase meno produttiva (o diversamente produttiva, se vogliamo).

Questo spostamento di orizzonte, per poter essere vissuto come fase normale della vita e come momento di arricchimento interiore, piuttosto che di impoverimento. L’autrice del saggio ci fa osservare come questo nuovo orizzonte possa implicare un modo diverso di vivere il tempo, dedicando maggior ascolto a noi stesse, alla ricerca di ciò che ci smuove e ci appassiona di più, tempo da dedicare all’introspezione, alla solitudine, al silenzio, al nutrimento spirituale e non.

foto di Engin_Akyurt
Una pausa dedicata a noi

Come scrive l’autrice, questa fase di vita è, analogamente alle altre, un viaggio disseminato di “tappe facili e tappe difficili”: ci saranno salite e discese, avremo a volte bisogno di fermarci e di riposare, prima di poter riprendere il passo.

“Vivere vuol dire crescere, cambiare e migliorare” ed è ovvio che ci saranno anche colline o montagne da superare, che la strada non sarà tutta pianeggiante …

A volte, in questa fase di “pausa”, possono riaffiorare angosce e preoccupazioni di altre età, anche dell’adolescenza, malinconie che pensavamo di aver dileguato, superato: tutte occasioni per rimetterci in discussione e uscirne fuori con maggiore consapevolezza, accettazione, forza.

La terapia sostitutiva: attenzione!

Tra gli aspetti più “tecnici”, da specialista della ginecologia che la dott.ssa Panozzo ha messo in evidenza, ce n’è uno, in particolare, che mi preme condividere con chi mi legge.

Forse non tutti sanno che la cosiddetta “terapia ormonale sostitutiva” non è proprio (o non sempre!) la soluzione migliore per combattere i sintomi tipici di questa fase della vita.

Anzi, potrebbe essere meglio optare per altri trattamenti non allopatici.

HRT

Che cos’è la terapia ormonale sostitutiva? Nota in inglese come HRT (Hormonal Replacement Therapy), è la terapia più diffusa sul suolo italiano – e in generale in Occidente – per trattare i sintomi della menopausa e sopperire, quindi, alla inevitabile carenza ormonale che avviene a questa età.

I ginecologi che suggeriscono questo tipo di trattamento, consigliano di assumere ormoni estrogeni che “imitano” il ciclo ormonale femminile. Con questo tipo di terapia, spesso, le donne hanno una pseudomestruazione dopo circa venticinque giorni.

Immagine di divotomezove

Secondo alcuni studi americani, l’assunzione di estrogeni risulta correlare significativamente con alcune tragiche conseguenze.

Il rischio di carcinoma mammario

Dopo il quinto anno di questa terapia, infatti, seguendo alcune ricerche effettuate su campioni di donne in menopausa, è emerso che le donne sottoposte a questa terapia si sono trovate a combattere con un elevato rischio di tumore mammario!

Addirittura, gli estrogeni sono stati inseriti tra le sostanze carcinogeniche, capaci cioè di generare tumori maligni. Un interessante articolo potete leggerlo su Quotidiano Sanità cliccando qui.

Rischio trombosi in agguato

Un pericolo da non sottovalutare, poi, riguarda un aumento del rischio di trombosi (infarti e ictus) connesso con la terapia ormonale.

Altra grave conseguenza della terapia ormonale riguarda l’osteoporosi. Qualora la donna in questione soffra di una carenza di vitamina D e sia a rischio osteoporosi, se assume terapia ormonale risulta “protetta” temporaneamente ma, appena interrompe l’assunzione, la struttura ossea torna al livello precedente rispetto alla terapia e l’apparente forma di protezione scompare completamente.

Terapie alternative e … molto altro

Quindi, di fronte ai fastidiosi sintomi tipici di questo momento, la dott.ssa Marialessandra consiglia di valutare anche altre terapie, quelle naturali: la fitoterapia (isoflavoni) o l’omeopatia. Riflettiamo bene su queste scelte, che devono farci star bene non solo nel momento del disagio ma anche in una fase successiva.

Anche osservare un certo tipo di alimentazione, preferendo certi cibi e riducendo o eliminandone altri, può supportarci in questa fase di vita. Inoltre, attività sportiva moderata, socializzazione, passioni personali private e affetti, iniziare o riprendere un ciclo di psicoterapia possono coadiuvare in modo determinante la riduzione di certi scomodi sintomi.

Meno carichi, più spazio per sé

Riduciamo se possibile le ore di lavoro, o quanto meno cerchiamo di diminuire le fonti dello stress, della rabbia o del dolore, come suggerisce l’autrice: tutto questo ci permetterà di trovare il modo “giusto” per noi di vivere, “prendendoci cura delle nostre sofferenze, imparando ad accettare, a perdonare, a sciogliere i nostri nodi più profondi”.

Anche in questo modo possiamo aiutarci. Tante piccole e grandi accortezze nei nostri confronti sono in grado di migliorare di molto la qualità della nostra vita, specie in fasi così delicate come quella sulla quale oggi stiamo riflettendo.

Il saggio della dott.ssa Panozzo è disponibile anche su Amazon, in formato cartaceo ed elettronico, a questo link.

foto di luxstorm

Articolo della dott.ssa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta (Roma).
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